E' morto l'artista Christo, aveva 84 anni
Con la sua arte
modificava e ridisegnava il paesaggio. In più di cinquant'anni di carriera,
trascorsi per gran parte con la compagna della vita Jeanne-Claude, scomparsa nel
2009, ha imballato e impacchettato il mondo. Da Porta Pinciana a Roma, nel 1974,
al Reichstag di Berlino (1995), passando per il Pont Neuf di Parigi (1985). Il
primo edificio imballato, nel 1968, è la Kunsthalle di Berna. Da allora il suo
stile diventa inconfondibile. Il suo vero obiettivo era realizzare le visioni
che aveva in testa. Cambiare l'immagine del mondo, anche solo per il tempo della
durata della sua installazione.
Della sua opera diceva "Non voglio usare chiavi
politiche, letterarie o religiose per parlare del mio lavoro. Il mio lavoro è la
cosa in sé. Se vogliamo, è politica in sé. Avete idea di cosa può voler dire
ottenere i permessi per impacchettare il Reichstag? Convincere Mister Kohl e
tutto il Bundestag? Costringerli a votare qualcosa che non esiste ancora, se non
nell’immaginazione? Questa è vera dimensione politica, non illustrazione della
politica, ma pura visione politica". Quest'anno avrebbe dovuto impacchettare
l'Arco di Trionfo a Parigi. Il progetto è stato rinviato per la pandemia e
riprogrammato all'autunno 2021. Sarà la sua opera definitiva.
La storia di
Christo è strettamente legata a quella della moglie Jeanne-Claude. Senza di lei,
diceva, non ce l'avrebbe fatta a realizzare opere tanto folli, che richiedevano
una lunga preparazione e soprattutto molti permessi e autorizzazioni. Si erano
conosciuti a Parigi, lui in fuga dal mondo comunista, lei cresciuta in una
famiglia francese a Casablanca. Erano nati lo stesso giorno, se gli astri hanno
un senso: il 13 giugno 1935. Insieme hanno impacchettato monumenti in tutto il
mondo e pensato opere che hanno ridisegnato l'architettura urbana. Progetti
incredibili come il nastro di nylon bianco che nel 1976 attraversò la California
per 40 chilometri o Umbrellas, migliaia di ombrelli con i quali avevano invaso
una valle del Giappone e prima della California (1991): 1340 ombrelli blu alti
sei metri comparsi a nord di Tokyo. Quattro anni dopo avevano impacchettato il
Reichstag tedesco (Wrapped Reichstag): l'opera fu visitata da 5 milioni persone.
Nel 1985 ad essere imballato fu il Pont Neuf a Parigi.
Per noi italiani è stato
il ponte sul Lago d'Iseo il ricordo recente più forte di Christo, una
lunghissima passerella gialla sul lago lombardo che realizzava il miracolo di
camminare sull'acqua: era il 2016,The Floating Piers è stata attraversata da 1
milione e 300 mila persone in sole tre settimane. Più popolare di un concerto
rock.
Anni prima, nel 1968, insieme a Jeanne-Claude Christo aveva impacchettao
una torre medioevale a Spoleto. Poi aveva avvolto di spaghi e nastri il
monumento a Leonardo da Vinci a Milano e nel 1973 era stata la volta delle mura
aureliane di Roma (Wrapped Roman Wall). Ad aiutarlo allora c'era anche Guttuso.
Per realizzare i suoi progetti Christo lottava con l'impossibile e con le
difficoltà della burocrazia. Diceva di essere fuggito dal mondo comunista per
essere un uomo libero. La libertà era anche sognare in grande, ridisegnare il
mondo anche solo per qualche giorno.
Raffaella De Santis
La Repubblica
https://www.repubblica.it/robinson/2020/05/31/news/e_morto_l_artista_christo_aveva_84_anni-258130329/
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